martedì 8 dicembre 2009

Ciao Giorgio mi dispiace tanto perderti

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L�ho saputo tardi, l�ho saputo tre giorni dopo. E� morto Giorgio Casti. Il grande Giorgio, l�amico Giorgio. Il fondatore e direttore di Bolina, pi� che una rivista, un vero e proprio caso editoriale, una famiglia, una comunit�. Giorgio � stato il leader buono di questa larghissima famiglia. Pacato e gentile, ma sempre netto nelle scelte, sia professionali che di vita. Giorgio � morto a 65 anni, troppo presto e strappato al suo mare dalla solita infame malattia, che per� non � riuscita a impedirgli di restare fino all�ultimo sul ponte, in piedi, se stesso, faccia al vento.



Giorgio Casti l�ho incontrato la prima volta nel 1985 alla Fiera di Roma: lui aveva uno stand della rivista Bolina. Nuovissima, appena uscita col numero zero, formato piccolino (all�epoca c�era Bateaux in Francia, fatta cos�), disegni in copertina e anche dentro, tutta bianco e nero. Pochi metri pi� in l� io ero � guarda le storie della vita � in un altro stand, quello della FIV, si proprio la Federazione Italiana Vela, pure nel 1985. Perch� nel 1985 io facevo l�ufficio stampa del Comitato IV Zona della FIV, e quell�anno, quegli stessi mesi di Bolina, avevo anch�io registrato in tribunale una rivistina di vela: Fare Vela. Cos� ci siamo visti sul corridoio davanti al suo stand (anche all�epoca, in fiera lui restava tutto il tempo l�, seduto al suo stand, come al timone in oceano, fermo e rilassato, non sentiva il bisogno di andarsene in giro a saltabellare per il salone). Per qualche minuto, il destino di Bolina e di Fare Vela, appena nate, � stato sul punto di fondersi in una cosa sola. Chiss� che rotte sarebbero state, Giorgio. Non se ne fece niente, le due riviste avevano (e hanno) orgoglio e lungavita nel dna.



Giorgio Casti era nato in Sardegna nel 1945 e poi milanese di adozione prima di trasferirsi a Roma, ha lavorato da giovanissimo e subito nell�editoria. Ha fatto il tipografo, l�impaginatore di quotidiani, libri, periodici, poi il grafico e redattore (dal Radiocorriere a La Repubblica e Il Giorno). Il mare era dentro di lui e alla prima occasione se n�� uscito fuori: ha iniziato sulle onde con un gozzo di legno, ma presto � arrivato il richiamo del vento. Prima una barchetta di sette metri, poi il passaggio al mitico Arpege, nove metri che teneva in Liguria nel periodo milanese, e quindi il Dufour 35. Crociere in lungo e in largo. Grandi viaggi e persino l�oceano, con barche di amici. Gli spazi del mare, quel pezzo di atmosfera speciale che c�� tra un�onda salata e una raffica di vento, tra la terra e il cielo, entrano definitivamente nella sua vita, al punto da spingerlo a fondare Bolina.



Bolina oggi � uguale a com�era ventiquattro anni fa.



Basta questo a dire che successo, che trionfo, sia stato questo giornale-comunit�. Il capolavoro di Giorgio. Un miracolo del mare. Chiamatelo come volete, ma intanto togliamoci il cappello e inchiniamoci al maestro.

Io su Bolina ci ho scritto tanti articoli. Era bello vederci la mia firma su quel giornalino formato A5 bianco e nero di carta un po� ruvidina, fra quei disegni al tratto che a volte ti facevano trasalire per la loro capacit� di prendere dal cervello alla gola la tua passione per la vela. E� stato per due tre anni, verso il 1995-1998, quando avevo lasciato la mia Fare Vela e iniziato i lunghi anni della comunicazione per la FIV. Ci vedevamo nella bella redazione a Piazza delle Coppelle, stavamo ore a parlare tra i libri, le idee andavano e venivano che era una bellezza, e io scrissi tante belle inchieste. Lui preciso, serio, puntuale. Una persona come poche. Poi fin� ma l�appuntamento con Bolina � ogni mese. Grazie a te Giorgio.



Giorgio Casti andava poco alle conferenze stampa e ai vernissage. Non era tipo da pierre. Era un sardo, concreto, deciso. Sintetico. Modernissimo, per certi aspetti: senza fronzoli, che non fossero quelli del cuore. E cos� lui, il direttore di Bolina, una rivista-club, � diventato il consulente per la nautica del primo ministro Massimo D�Alema, e l�amicizia c�entra poco. Un governo di sinistra in quegli anni ha fatto tante cose in favore della nautica, magari anche grazie a Giorgio. Sempre lontanissimo da riflettori della ribalta.



E intanto, Giorgio, studiava la sua mossa pi� bella. Lo scacco matto di una vita.



Decide l�acquisto di una barca per la redazione. Dopo l�esperimento di un catamarano di 10 metri che fa il giro d�Italia e un portolano simpaticissimo, arriva Miranda V. Una barca gloriosa, ex scafo da regata disegno Doug Peterson in alluminio, un Impala 40, lungo 12 metri e mezzo. E per festeggiare i dieci anni di vita di Bolina, progetta un giro del mondo in barca a vela. In tanti progettiamo sogni: Gorgio lo realizza. Nel novembre del 1994 parte da Riva di Traiano, 80 km dalla redazione, con prua sulle Baleari. Far� diecimila miglia, fino a Tahiti, solo per la prima met� del viaggio. Un viaggio-vita, fatto di nuovi orizzonti, avventure, incontri, paesaggi, isole tropicali, lunghe navigazioni, esperienze di mare e di terra, sempre raccontate sulle pagine di Bolina e poi sul sito web. "Sono sempre di pi� le persone che abbandonano la routine per viaggiare in mare - dice Giorgio in una intervista a Repubblica - quando si mollano gli ormeggi il panorama si trasforma e, alla fine, si cambia anche dentro�. 1994-1997 Italia-Panama-Tuamotu. 1998 Polinesia, danni alla barca per un Tornado. 1999-2001 Polinesia-Nuova Zelanda. 2002 il ritorno in Italia.



Intorno a Bolina cresce una intensa attivit� editoriale che culmina con le pubblicazioni di Bernard Moitessier, uno dei miti storici della vela. Come Bernard, Giorgio deve fronteggiare un nemico subdolo pi� degli uomini e delle tempeste, che lo prende da dentro. Combatte, vince delle battaglie, resta al timone. Consegna Bolina nel 2005 ad Alberto, il figlio cresciuto intessuto degli stessi valori e degli stessi interessi: mare, grandi viaggi in oceano, lavoro editoriale. L�amore � anche continuit�. Giorgio, resta a combattere, il suo timone contro l�onda malefica. Con onore, con pazienza, con la sua storia a tenergli compagnia, fino all�ultimo. Ciao Giorgio mi dispiace tanto perderti.