John Elkann, Carlo Croce e Giovanni Soldini alla conferenza stampa di oggi pomeriggio allo Yacht Club Italiano di Genova. Foto Tognozzi
La Volvo Ocean Race, lo abbiamo scritto più volte e i protagonisti diretti che l'hanno fatta lo hanno confermato, è il massimo della regata oceanica. In nessun'altra regata si spinge così forte, fino al rischio di "far esplodere le barche" (sono parole di Torben Grael, skipper vincente con Ericsson 4 nell'ultima edizione), si spinge al massimo per giorni e giorni, "tirando il freno solo quando c'è davvero il pericolo di rompere tutto". Si vira si stramba, si plana a 39 nodi in mari enormi, ci si copre in mezzo all'oceano. Una regata unica, che esige il massimo livello professionale, dei velisti-marinai duri e puri, dei "guerrieri" del mare.
Questo è quanto ci aspetta, per un evento che avrà (scommettete?) un ritorno senza eguali nel nostro paese in termini di vela, forse secondo solo ai tempi di Luna Rossa. Ne siamo persuasi (e lo è anche Carlo Croce, così come l'emozione di John Elkann, che pur ha un impero economico sotto di sé, parlava chiaro).